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Una fortuna da pagare in fretta alla Triade, la criminalità organizzata cinese, che in fatto di debiti non scherzava mai. Come fare? L’unica era cedere un figlio, dato che ne avevano tanti, troppi, quattro e un altro in arrivo. In Europa c’erano coppie pronte a pagare per adottare un bambino e a Firenze ce n’era una che voleva un piccolo cinesino. (p.24)
la situazione dei cinesi in Cina
la storia che viene raccontata da Burrascone
la situazione attuale di Hô
un estratto della storia di Sui
un estratto della storia di Hô
I clandestini, invece, sono almeno ottomila all’anno, vengono in gran parte dalla provincia dello Zhejiang, a sud di Shanghai e questi di problemi ne hanno e parecchi. Per riuscire a partire dalla Cina devono sborsare almeno venti milioni, che già sarebbero un sacco di soldi per me che sto qua e lavoro, figurarsi per un cinese che sta morendo di fame. Allora arriva qualcuno che si accolla il debito e questo qualcuno è la Triade, cioè la mafia cinese. (p.30)
la situazione dei cinesi in Cina
la storia che viene raccontata da Burrascone
la situazione attuale di Hô
un estratto della storia di Sui
un estratto della storia di Hô
Così aspettò, nascosto dietro l’aiuola fiorita che abbelliva la stazione, curvo dietro un vaso, come un topolino. Aspettò che la signora della cassa si chinasse per prendere il resto e svelto come un topolino scattò verso il bancone dello snack bar, afferrò una brioche per ogni mano e tornò dietro l’aiuola. Non l’aveva visto nessuno, proprio come un topolino. Lì nascosto, diede un morso all’angolo abbrustolito di un cornetto, sforzandosi di mangiare piano. Aveva solo due brioche e poteva volerci molto prima di scoprire qual era il treno che partiva per la Cina. (p.46)
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la situazione attuale di Hô
un estratto della storia di Sui
un estratto della storia di Hô
Era così in gamba che quando aveva dieci anni e viveva a Wenchow lo Stato aveva deciso di mandarla all’università e di farle studiare ingegneria, perché in Cina è lo Stato che decide quali scuole puoi fare e quali no. Sui avrebbe preferito medicina e fu probabilmente per questo che a sedici anni decise di partire per raggiungere il fratello che lavorava a Hong Kong, che è sempre in Cina ma è uno stato diverso. (p.79)
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Così Hô era partito da Shanghai nascosto nella stiva di una nave con altri bambini, era arrivato in Italia ma lì avevano scoperto che aveva otto anni e non cinque come aveva detto il padre e otto anni per la coppia fiorentina erano troppi e non l’avevano voluto più. Rimandarlo indietro sarebbe stato una perdita di tempo e di soldi, e allora a Bologna, a lavorare alle borse nella cantina. (p.24)