A proposito di “Nikita” (1992)

 

Alta, calze a rete con un buco da una parte, anfibi neri ai piedi, mini mozzafiato, belle gambe. Belle davvero. Segni particolari: punk dichiarata. Si chiama Nikita, e non guarda in faccia a nessuno.
Imbranato, un tantino presuntuoso. E tenero. Tenerissimo. Di professione poliziotto. Indossa una cravatta gialla su una camicia scura. Uno schifo. Il suo nome è Coliandro.
I due si incontrano per caso e inizia l'avventura.
Esplosiva.

Fonte: http://www.carlolucarelli.net/biblio.htm

L’Ispettore Coliandro, goffo poliziotto relegato alla buoncostume e memore di un passato glorioso d'azione con il nucleo investigativo si ritrova suo malgrado ad indagare su un omicidio nell'ambiente punk-alternativo, ad opera di alcuni skinhead. Non sapendo niente di quell’ambiente cerca di coinvolgere una studentessa Psychobilly, Simona Stanzani, chiamata Nikita da - dice lei - "due imbecilli" una sera, e a chiedere informazioni sui sospetti e su quell’ ambiente del quale è frequentatrice. Ovviamente lei non è molto d'accordo ma tra una fuga e l'altra, un ceffone e una rissa i due si ritrovano braccati e braccatori in un continuo avvicendarsi di eventi.

In questo racconto Coliandro e Nikita (Simona Stanzani) si incontrano per la prima volta.
La “vera” Simona Stanzani, alias Nikita nel libro, descrive sulla sua homepage l’ incontro con Lucarelli come segue:

 

Così inizia la storia e così nasce Nikita, il personaggio che già impersonai a scuola per carnevale quello stesso anno che conobbi l’autore, Lucarelli, alla discoteca Albert Hall vicino a Modena. Avevo 21 anni […], la prima volta che c'incontrammo era alla chiusura estiva della discoteca e io ero talmente devastata (=ubriaca) che non ricordo neppure di avere incontrato né Carlo né il suo amico (proprio i due "imbecilli" che Simona-Nikita cita nel libro). Dopo un anno li rividi sempre all'Albert Hall ove lui mi raccontò di come mi avesse conosciuto e fosse rimasto ispirato dal mio "pogo" selvaggio e dalle performance comiche che facevo in pista ballando con le mie amiche.
Ora abito a Los Angeles (o a Tokyo?) e non li vedo più tanto spesso, ma anche se sono invecchiata e mi sono cresciuti i capelli sento ancora quell'ardor ch'entro mi rugge: nonostante tutti i miei sforzi per essere normale resterò sempre una puntina 14enne o una psycho (patica) di 21, una romantica Teddy Girl, una motociclista pazza o un cartone animato giapponese. O un personaggio di romanzi gialli. NIKITA

Fonte: www.carlolucarelli.net
Fonte: http://www.simona.com/simona/nikit.html

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