·Oh, ma sei [?]…
·Senti un po’ ragazzina. Le dico [?], con un dito puntato dritto in mezzo ai suoi occhi, come dovesse sparare. Non provare più a prendermi per il culo o finisci male. Tu ti stai divertendo, ma io sono qui che faccio il mio lavoro e sono un poliziotto, se non l’hai ancora capito. E c’è di più bambina: sono [?], [?] e stanco. L’ultima frase è di Clint Eastwood , quando fa il sergente istruttore in Gunny, [?]. È tutta la vita che sogno di dirla anch’io e devo averla detta bene, perché Nikita sta [?] per un po’, finché non ingrano la marcia e riparto.
·Via Della Zecca numero 1, -dice, [?], tra le labbra che le tremano.
·Cos’è… ti sei ricordata dove abita questo Vopo?
·- No… ci abita il mio [?]. Via Della Zecca numero 1… o mi porti là o ti denuncio per [?].
·[?]. Sto zitto anch’io per un po’, poi metto la freccia e accosto al marciapiede. Mi giro verso di lei, che si schiaccia contro la portiera, le labbra strette e lo sguardo fisso davanti.
·Dai, Nikita… non puoi [?] così… sei il mio gemello, tipo Starsky e Hutch, bestiale. Senza di te come faccio a trovarlo questo Gà? Giro a caso per tutta la notte? E se i pelati lo trovano e lo ammazzano?
·Voglio che mi chiedi [?].
·Va bene.
·No… voglio che me lo dici. Devi dire: Okay Nikita, ti chiedo scusa [?].
·Io Happy Days non lo guardavo mai ma una volta mi hanno detto che sono un po’ come quel tipo là, Fonzie, che non riusciva neanche a dirlo chiedo scusa. Figurarsi [?]. Poi però penso all’[?], penso alla faccia di quel [?] del questore quando gli porto [?] e mi faccio forza.
·Okaynikitatichiedoscusacontuttoilcuore, -dico di slancio, tutto d’un [?].
·Le labbra le si stirano, bianche, perché cerca di tenerle attaccate per non farmi vedere che [?].
·Va bene. Adesso devi dire anche…
·Eh no bella! Io la mia l’ho fatta. Adesso dimmi come facciamo a trovare questo Vopo. (Nikita p. 25f)